giovedì 25 giugno 2015

Lieto fine

Nei giorni scorsi mi son trovato a ragionare tra me e me su alcune recenti sentenze della corte costituzionale. Nessun altro vicino a me si è mai trovato in sintonia con le mie elucubrazioni. Almeno fino ad oggi, quando ho letto su un blog dichiaratamente comunista quanto segue:
La Corte Costituzionale ormai è entrata in confusione al servizio della politica e non più istituzione garante del rispetto della costituzione. Alcuni esempi. Lo scorso anno dichiarò illegittima la legge elettorale in vigore da tre legislature, ma si affrettò a sancire la totale legittima del parlamento: abbiamo eletto un parlamento con una legge incostituzionale ma il parlamento stesso è costituzionale. Una confusione totale che nemmeno nel paese dei balocchi sussiste. Un mese e mezzo fa dichiarò incostituzionale il blocco dell'adeguamento delle pensioni messo in atto dal 2011 in poi e i giudici furono bastonati dalla politica che ha bellamente disatteso quella sentenza, come dire: le vostre sentenze contanto quanto il due di coppe quando briscola è spade. Ieri la Corte per evitare di essere bastonata e di vedere le proprie sentenze trattate come carta straccia ha emesso un altro verdetto che nemmeno nel paese dei balocchi sarebbe preso in considerazione: il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici è incostituzionale ma solo da oggi in poi. Ma la costituzione non è in vigore dal 1948? E allora perché un provvedimento incostituzionale lo diventa solo oggi e non quando è stato preso qualche anno fa?
Formamente è tutto corretto. La nostra costituzione afferma infatti che:
Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione.
Ma anche se "Contro le decisioni della Corte costituzionale non è ammessa alcuna impugnazione" (articolo 137) io rimango lo stesso sbalordito ed esterefatto. Forse alla soglia della vecchiaia mi rendo conto di essere solo un irriducibile comunista o forse idealista. Gaber direbbe che "forse sono io che faccio parte di una razza in estinzione". Il lieto fine ormai c'è solo nei telefilm anni '80.

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