giovedì 31 dicembre 2009

Bilancio di fine anno ?





È stato un anno importante.
Forse il più importante.
Ho amato come mai prima nei precedenti 50 anni.
Ho vissuto tante tante cose positive.
Per la prima volta nella mia vita ho fatto una dichiarazione d'amore ad una donna.
Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto una dichiarazione d'amore (mai ricevuta prima in maniera così esplicita).
Ho vissuto dei giorni ricchi e belli in cui ero proprio felice.

Poi...

Poi ho cominciato ad arrovellarmi.
Due persone mi hanno aiutato e altre mi sono state vicine.
Con alcune ho avuto ancora dei fraintendimenti.
Altre invece non hanno capito la mia sincerità.
Una persona l'ho ritrovata.
Una invece non riesco ancora a perdonarla.

In tutti questi giri di giostra spero di non aver mai perso la trebisonda, soprattutto nel rapporto con le mie figlie. Una anziana e simpaticissima nonna lombarda qualche settimana fa mi ha fatto sobbalzare sulla sedia quando ha affermato che io vizio troppo mia figlia X. Io ho invece sempre pensato di essere paritario o, al massimo, di coccolare un po' di più l'altra figlia Y. Vorrei davvero, certe volte, prendere un mio occhio e guardarmi dall'esterno per capire dove sbaglio e dove posso migliorare. Forse è proprio questo che io mi auguro per il nuovo anno.

Auguri a me e anche a tutti voi !


mercoledì 30 dicembre 2009

Spettacoli e Mostre del 2009

24 gennaio
Elisabetta Salvatori e Matteo Ceramelli
Scalpiccii sotto i platani
Teatro Lux
Pisa

11 giugno
Recita della 5ª elementare
Viareggio

12 giugno
Recita della 3ª e 5ª elementare
Scuola De Sanctis
Pisa

2 luglio
Franco Battiato
Piazza del duomo
Pistoia

18 luglio
Marie-Claude Pietragalla
Marco Polo - Out of Balance
Cittadella del Carnevale
Viareggio

10 agosto
Liberi Arbitrii
Giardino del convento Sant'Antonio
Viareggio

18 agosto
Cristiano De André
La Versiliana
Marina di Pietrasanta

4 ottobre
Anima Mundi
En archè en o lògos
Duomo
Pisa

22 ottobre
Ryuichi Sakamoto
Teatro del Maggio Musicale
Firenze

23 ottobre
Marc Chagall
Palazzo Blu
Pisa

31 ottobre
Ming - I segreti della città proibita
Palazzo Carraresi
Treviso

26 novembre
Luporini e Agnello
Forse un uomo
Teatro Verdi
Pisa

17 dicembre
Riccardo Chailly
Oratorio di Natale BWV 248 di Johann Sebastian Bach
Teatro del Maggio Musicale
Firenze

21 dicembre
Lucilla Morlacchi
Magnificat
Teatro del Convitto Cicognini
Prato

Le canzoni del 2009

1 gennaio Joan Baez Brothers in Arms
6 gennaio Dalida Quelli eran giorni
22 febbraio Jesus Christ Superstar I don't know how to love him
26 febbraio Keith Carradine I'm easy
1° marzo Shigeru Umebayashi In The Mood For Love
10 marzo Leonard Coen Suzanne
22 marzo Franco Battiato Gli uccelli
29 marzo PFM Maestro della voce
17 aprile Susan Boyle I dreamed a dream
18 aprile Joan Baez Sweet Sir Galahad
1° maggio Fabrizio De Andrè Leggenda di Natale
3 maggio Luigi Tenco Ho capito che ti amo
8 maggio Teresa De Sio Fatica d'amore
8 maggio Teresa De Sio La storia vera di Lupita Mendera
11 maggio John Coltrane A Love Supreme
19 maggio Dulce Pontes Cancão do mar
20 maggio Anna Musica è un pensiero,
perché in ogni suo brano,
su ogni melodia,
c'è un immagine diversa.
1° giugno Frankie Goes To Hollywood Relax
5 giugno Vangelis Odyssey
27 giugno Adamo Je voudrais mourir
dans tes bras
8 luglio Franco Battiato
Fabrizio De Andrè
Inverno
16 luglio Joan Baez Geordie
16 luglio Fabrizio De Andrè Geordie
2 settembre Gilbert Becaud Et maintenant
8 settembre Adamo Je voudrais mourir
dans tes bras
18 settembre Milva Prima di venire
24 settembre Ennio Morricone Baci da Nuovo Cinema Paradiso
25 settembre Fabrizio De Andrè Leggenda di Natale
2 ottobre Joan Baez Rose of Sharon
6 ottobre Robbie Robertson Ghost Dance
8 ottobre Francesca Gagnon Alegria
14 ottobre Ivano Fossati C'è tempo
24 ottobre Tyuichi Sakamoto Tibetan Dance
25 ottobre Teresa Salgueiro Ainda
12 novembre Giorgio Gaber Non insegnate ai bambini
22 novembre Katie Melua The Closest Thing to Crazy
22 novembre Wim Mertens Struggle for Pleasure
24 novembre Giorgio Gaber Quando sarò capace di amare
27 novembre Giorgio Gaber Il dilemma
7 dicembre Enya Pilgrim
7 dicembre Cat Stevens Father and Son
12 dicembre Giorgio Gaber Il tutto è falso
15 dicembre Shigeru Umebayashi 2046
17 dicembre Sinéad O'Connor Scorn Not His Simplicity
18 dicembre Johann Sebastian Bach Oratorio di Natale BWV 248
27 dicembre Mia Martini La costruzione di un amore

I libri del 2009

Rita Gatto La morte è giovane
Moni Ovadia La bella utopia
Paolo Poli Siamo tutte delle gran bugiarde
John Boyne Il bambino con il pigiama a righe
Michele Battini,
Davide Guadagni
Come due treni in corsa
Mezzo secolo di storia pisana
vista dalle sedie di un bar all'aperto
Corrado Stajano Il sovversivo
Charles Eric Il grande contagio
Jacques Spitz Segnali dal sole
Hugo Pratt La ballata del mare salato
Jiro Taniguchi La montagna magica
Michael Zadoorian In viaggio contromano
Mario Rigoni Stern Le vite dell'Altipiano
James E. Gunn I fabbricanti di felicità
Luis Sepúlveda Diario di un killer sentimentale
Luis Sepúlveda Patagonia express
J.D. Salinger Nove racconti
L. Ron Hubbard Il tenente
Joe W. Haldeman Missione eterna
Mauro Antonio
Miglieruolo
Come ladro di notte
Archivio Storico
di Sant'Antonio
Terra di Viareggio
Pino Cacucci Le balene lo sanno
Scuola Primaria
di Mussoi - Belluno
Il cammino delle Dolomiti
Paolo Ciampi,
Tito Barbini,
Caduti dal muro
Didala Ghilarducci Partigiana per amore
Toni Sirena Uomini e alberi
Viktor E. Frankl Uno psicologo nei lager
Jean Giono L'uomo che piantava gli alberi
Giuseppe Davanzo Alla bella Treviso
AA.VV. Storie di mare / 1
Silvia Ziche Prove tecniche di megalomania
Massimo Orlandi,
Wolfgang Fasser
Invisibile agli occhi
Lizzie Doron Perché non sei venuta prima della guerra?
Jostein Gaarder La ragazza delle arance
Georges Lemoine,
Maxence Fermine
Neve
Rafael Alberti Degli angeli
Eva-Maria Zurhorst La coppia che funziona
Arthur Charles Clarke I nove miliardi di nomi di Dio
Laura Giarré Come un gomitolo


I film del 2009



i film che ho visto con le bimbe

Cenerentola e gli 007 nani
Il mio vicino Totoro
Wall•E
Ponyo sulla scogliera
Il curioso caso di Benjamin Button
Coraline e la porta magica
Le cronache di Narnia - Il principe Caspian
Madagascar 2
La pantera rosa 2
Harry Potter e il principe mezzosangue
Up


i film che ho visto con piacere

Milk
The reader
Vuoti a rendere
La perfezionista
Gran Torino
Sopra le nuvole
The Millionaire
Giù al nord
Europa '51
Al di là dei sogni
10 inverni
Brothers


i film che ho visto ma che avrei potuto anche non vedere

L'uomo che fissa le capre
A Serious Man
Burn After Reading


i film che non ho visto ma che avrei voluto vedere

Changeling
Bastardi senza gloria
Verso l'Eden


i film che ho rivisto con piacere

Papillon
Il terzo uomo
Ricomincio da capo
Million Dollar Baby
Mystic River
Omicidio a luci rosse
Blade Runner
2046
Good Morning Babilonia

domenica 27 dicembre 2009

La costruzione di un amore







La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga dal dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

La costruzione del mio amore
mi piace guardarla salire
come un grattacielo di cento piani
o come un girasole

Ed io ci metto l'esperienza
come su un albero di Natale
come un regalo ad una sposa
un qualcosa che sta lí
e che non fa male

E ad ogni piano c'è un sorriso
per ogni inverno da passare
ad ogni piano un Paradiso
da consumare

Dietro una porta un po' d'amore
per quando non ci sarà tempo di fare l'amore
per quando vorrai buttare via
la mia sola fotografia

E intanto guardo questo amore
che si fa piú vicino al cielo
come se dietro l'orizzonte
ci fosse ancora cielo

Son io sono qui
e mi meraviglia
tanto da mordermi le braccia,
ma no, son proprio io
lo specchio ha la mia faccia

Sono io che guardo questo amore
che si fa grande fino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore
come lo so che può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

Si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

E intanto guardo questo amore
che si fa grande fino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso
Sì.

E tutto ció mi meraviglia
tanto che se finisse adesso
lo so io chiederei
che mi crollasse addosso
Sì.
 
(Mia Martini, Ivano Fossati)

martedì 22 dicembre 2009

Saltimbanco - Cirque du Soleil




Una bellissima notizia.
Le cirque du Soleil torna in Italia a marzo 2010 in 4 diverse città italiane.
La programmazione è la seguente:

dal 3 al 7 marzo Torino, Palaolimpico
dal 10 al 14 marzo Pesaro, Adriatic Arena
dal 17 al 21 marzo Bologna, FuturShow Station
dal 24 al 28 marzo Firenze, Mandela Forum

So che molti dei miei lettori avevano espresso piacere per questa compagnia quando l'ho presentata
qui lo scorso 8 ottobre.

Io ho deciso che di sicuro io e le mie figlie andremo a vederli sabato 27 marzo al Mandela Forum di Firenze. I prezzi sono esorbitanti... ma lo spettacolo credo lo meriti.


C'è qualcun altro che si aggrega? Chi è interessato si faccia vivo e me lo comunichi al più presto così che a fine anno io possa già acquistare i biglietti per tutti.

Magnificat

Ieri sera a Prato, nel delizioso teatro settecentesco del convitto Cicognini, Lucilla Morlacchi ha deliziato la platea interpretando alcune delle poesie di Alda Merini tratte da Magnificat. È un'ode alla madre del Cristo scritta dalla poetessa nel 2002. Lucilla era accompagnata da piano e tromba suonati da Mirio Cosottini.

Non conoscevo quest'opera della Merini. Mi è piaciuta molto l'interpretazione della Morlacchi che, a tratti, ricordava alcuni modi di essere di Alda.


lunedì 21 dicembre 2009

Dieci inverni





Strano trovare un bel film sotto Natale quando c'è la sagra dei cinepanettoni.
Invece questo film è proprio ben fatto e gradevole.
Un film sull'amore.
E un film con 10 Venezie, tutte d'inverno.
C'ho lasciato qualche lacrima,
che un vecchio orso che piange non è un bel vedere.

domenica 20 dicembre 2009

Dopo l'amore






Sei stata bene?
Sì, certo!
...
E il cervello... tic tic... tic tic...

venerdì 18 dicembre 2009

Oratorium Tempore Nativitatis Christi


Ieri sera sono stato al Teatro del Maggio Musicale di Firenze dove
più di un mese fa avevo ascoltato la perfomance di Ryuichi Sakamoto,

Ieri sera ho invece assistito all'esecuzione integrale (più di tre ore per le sei Ferie che sono volate via in un battibaleno) dell'Oratorio di Natale BWV 248 di Johann Sebastian Bach diretto da Riccardo Chailly.



 
La rappresentazione è stata ottima. Veramente ben riuscita. Il basso Konstantin Wolff qui a lato mi stava antipatico perché troppo tedesco, troppo bello, troppo faccia da schiaffi che si crede Dio in terra, ma purtroppo era indubbiamente molto bravo. Brava anche la mezzo soprano Ingeborg Danz. Il direttore Chailly era al massimo. Non c'è stata nessuna sbavatura, in nessuna delle sei cantate. E alla fine tutti si sono presi più di 5 minuti di applausi ininterrotti da una sala gremita come un uovo.

giovedì 17 dicembre 2009

Scorn Not His Simplicity


Dedicata a tutti i bimbi





Scorn Not His Simplicity

See the child
With the golden hair
Yet eyes that snow the emptiness inside
Do we know
Can we understand just how he feels
Or have we really tried

See him now
As he stands alone
And watches children play a children's game
Simple child
He looks almost like the others
Yet they know he's not the same

Scorn not his simplicity
But rather try to love him all the more
Scorn not his simplicity
Oh no
Oh no

See him stare
Not recognizing the kind face
That only yesterday he loved
The loving face
Of a mother who can't understand what she's been guilty of

How she cried tears of happiness
The day the doctor told her it's a boy
Now she cries tears of helplessness
And thinks of all the things he can't enjoy

Scorn not his simplicity
But rather try to love him all the more
Scorn not his simplicity
Oh no
Oh no

Only he knows how to face the future hopefully
Surrounded by despair
He won't ask for your pity or your sympathy
But surely you should care

Scorn not his simplicity
But rather try to love him all the more
Scorn not his simplicity
Oh no
Oh no
Oh no
 
(Phil Coulter, Sinéad O'Connor)

sabato 12 dicembre 2009

Il tutto è falso

 



Questo mondo
corre come un aeroplano
e mi appare
più sfumato e più lontano.
Per fermarlo
tiro un sasso controvento
ma è già qui che mi rimbalza
pochi metri accanto.

Questo è un mondo
che ti logora di dentro
ma non vedo
come fare ad essere contro.
Non mi arrendo
ma per essere sincero
io non trovo proprio niente
che assomigli al vero.

Il tutto è falso
il falso è tutto.
Il tutto è falso
il falso è tutto.

E allora siamo un po' preoccupati
per i nostri figli
ci spaventano i loro silenzi
i nostri sbagli.
L'importante è insegnare quei valori
che sembrano perduti
con il rischio di creare nuovi disperati.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Non a caso la nostra coscienza
ci sembra inadeguata
quest'assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.
Forse un uomo che allena la mente
sarebbe già pronto
ma a guardarlo di dentro
è rimasto all'ottocento.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Io
che non riesco più a giudicare
non so neanche che cosa dire
della mia solitudine.
Guardo
con il mio telecomando
e mi trovo in mezzo al mondo
e alla sua ambiguità.

C'è qualcuno che pensa
di affrontare qualsiasi male
con la forza innovatrice
di uno Stato liberale.
Che il mercato risolva da solo
tutte le miserie
e che le multinazionali siano necessarie.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Ma noi siamo talmente toccati
da chi sta soffrendo
ci fa orrore la fame, la guerra
le ingiustizie del mondo.
Com'è bello occuparsi dei dolori
di tanta, tanta gente
dal momento che in fondo
non ce ne frega niente.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Io
che non riesco più a ritrovare
qualche cosa per farmi uscire
dalla mia solitudine.
Cerco
di afferrare un po' il presente
ma se tolgo ciò che è falso
non resta più niente.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Il tutto è falso
il falso è tutto quello che si sente
quello che si dice
il falso è un'illusione che ci piace
il falso è quello che credono tutti
è il racconto mascherato dei fatti
il falso è misterioso
e assai più oscuro
se è mescolato
insieme a un po' di vero
il falso è un trucco
un trucco stupendo
per non farci capire
questo nostro mondo
questo strano mondo
questo assurdo mondo
in cui tutto è falso
il falso è tutto.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Il tutto è falso
il falso è tutto.

Il tutto è falso
il falso è tutto, tutto, tutto.


(Gaber, Luporini, 2003)

giovedì 10 dicembre 2009

La colpa, caro Bruto, non è nelle stelle ma in noi stessi

Gli anni scorsi vidi due film molto diversi tra di loro e che mi piacquero davvero molto.
Nel 2005 Good Night, and Good Luck di George Clooney.
Nel 2007 Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.
In questi giorni ho visto due film con gli stessi registi e con lo stesso attore, ma sono stati entrambi una delusione.
La settimana scorsa L'uomo che fissa le capre con Clooney.
Stasera A serious man dei Coen.
L' ultimo su suggerimento della zia.
Zia lo definisce un film quasi perfetto.
E denigra il pubblico che si alza e se ne vuole andare convinto di avere sbagliato film.
Io non me ne sono andato, ho resistito, ma non mi sono divertito e il film non mi fatto neppure pensare (anche se zia dice che  è un continuo esercizio per la mente).
Insomma... ho scoperto che io e zia abbiamo gusti diversi.
E le capre fanno il paio con i Coen.
Devo assolutamente cambiare spacciatore.

lunedì 7 dicembre 2009

Un romanzo che va letto a distanza racchetta

Ce li ricordiamo i lenti che andavano ballati "a distanza racchetta"? Nell'anno in cui l'uomo pose piede sulla luna i ragazzini che ballavano i lenti sotto l'occhio degli adulti dovevano stare ben distanziati. E così succede anche con il romanzo "Come un gomitolo" di Laura Giarré che ho terminato di leggere in questo week-end trascorso tra Pisa e Varese. È un racconto molto intimo che bisognerebbe leggere avvinghiati con il tomo e assaporare corpo contro corpo (corpo contro libro) nello spazio invalicabile di una mattonella. È la storia di una famiglia raccontata in prima persona da una componente smemorata (donna! quasi tutte donne in questa storia) che ha perso il filo dei suoi ricordi e lo ha poi ritrovato annodato e intrecciato come un gomitolo nella sua vecchiaia. Di solito prevenuto nei confronti di romanzi di storie familiari, devo ammettere che questo non mi ha per niente deluso. È ben scritto, non tedioso da leggere e, anzi, quasi come un giallo è sempre sospeso verso il futuro alla ricerca del colpevole. Nelle sere di questo lungo week-end mi rammaricavo di andare a dormire troppo tardi perché non potevo completare la lettura di questa storia. Come molti dei romanzi familiari è zeppo di nomi e di relazioni di parentela in cui mi sono certe volte un po' perso. Ma è lo scotto che bisogna pagare avvicinandosi a questo tipo di racconti. Ed è forse ciò che rende la lettura di questo lavoro un po' meno intima di come uno la vorrebbe, costringendoci a stare "a distanza racchetta", perché si sente forse troppo il legame con una storia vera, con una diffusa rete di personaggi mutuati da persone in carne e ossa. Come scrive l'autrice a pagina 143: "La caratteristica di fare romanzi di ogni cosa l'avevano tutte, figlie e nipoti, senza distinzioni". Ho invece molto apprezzato la ottima descrizione di fatti e luoghi calati nella vera Toscana degli ultimi 100 anni, dal Ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano fino ad arrivare ad una famosa pasticceria di Pisa con il nome purtroppo storpiato in "Salsa". Non è il migliore romanzo della Giarré (nel mio cuore al primo posto rimane sempre "Il professore che rubava panini") ma merita sicuramente la lettura anche perché, come ripeto, dopo averne letto solo pochissime pagine non si riesce a fare a meno di arrivare alla bella fine.



Per amore di completezza riporto qui i miei commenti (apparsi in un blog adesso purtroppo chiuso e inaccessibile) sui due precedenti libri che ho letto della Giarré.



domenica, 08 giugno 2008

Pellegrino, la strada per trovare chi sei è lunga


Ho trascorso il pomeriggio a leggere (tutto d'un fiato e talvolta con i lacrimoni agli occhi) un manoscritto di un'amica.


Si tratta del "Professore che rubava i panini" di Laura Giarré.


È un libro molto bello, che mi ha coinvolto perché il protagonista citato nel titolo assomiglia molto ad una persona che io ben conosco. E ogni volta che in un libro accade ciò, finisce inevitabilmente che quel libro ti rimanga un po' attaccato.


Armato di matita ho sottolineato alcune frasi che caratterizzano il 60enne protagonista professore di fisica a Palermo.
Renzo era un uomo dai grandi ideali e slanci. Forse, se avesse incontrato la donna giusta, sarebbe stato anche un buon padre e avrebbe vinto quell'asocialità che lo aveva fatto diventare un uomo solitario e chiuso.
Lui a volte invece si rinchiudeva nella sua camera con un buon libro e si metteva a leggere, non amava né ballare, né bere o ubriacarsi.
Renzo con lei, solo con lei, era sempre stato un chiacchierone, anche se con gli altri era stato uno zittone.
Quando però ripensava alla sua vita privata, non era mai riuscito a perdonarsi per aver accettato le condizioni che Manola gli aveva imposto su suo figlio. In realtà non aveva preso nessuna decisione, semplicemente non aveva intrapreso nessuna azione. Il non agire, il lasciar scorrere le cose, si era protratto per anni. Un anno dietro l'altro.
Una sera mi accompagnò fino alla discoteca dove andavamo a ballare, ma poi lui non entrò. Non era tipo da discoteche.
Altre volte nel romanzo mi hanno invece divertito alcuni accenni alla fisica.
Era in preda all'indecisione più totale, era come se fosse diventato una particella quantica.
Alcune frasi mi hanno invece fatto ricordare alcune persone che conosco.
Lei era stata sola tutto il giorno, a parte la compagnia del suo portatile.
Infine alcuni insegnamenti di vita che, non ostante tutto, continuano ad essere veri anche se ci ricadiamo sempre...
Ma nella vita non si può tornare indietro, non ci sono macchine del tempo, e spesso non s'impara neppure molto dalla consapevolezza degli errori, continuando a sbagliare.
La cosa più difficile dell’essere madre, ricordatelo con le tue bambine, è accettare che i figli siano diversi dalle nostre aspettative. Accettarli per quello che sono.
Ai sogni non si può comandare cosa succederà.
Decisamente un bel libro, che mi è addirittura rimasto nel cuore più del precedente Sogno di leggerezza.

E leggere questo libro mi ha anche invitato a ri-ascoltare alcune canzoni di
Enya
, a cominciare da Pilgrim tratta dall'album A day without rain






Pilgrim, how you journey
on the road you chose
to find out why the winds die
and where the stories go.
All days come from one day
that much you must know,
you cannot change what's over
but only where you go.

One way leads to diamonds,
one way leads to gold,
another leads you only
to everything you're told.
In your heart you wonder
which of these is true;
the road that leads to nowhere,
the road that leads to you.

Will you find the answer
in all you say and do?
Will you find the answer
In you?
Each heart is a pilgrim,
each one wants to know
the reason why the winds die
and where the stories go.
Pilgrim, in your journey
you may travel far,
for pilgrim it's a long way
to find out who you are...

Pilgrim, it's a long way
to find out who you are...

Pilgrim, it's a long way
to find out who you are...



domenica, 20 aprile 2008

Silver Sword


Primavera è sbocciata.
Oggi, andando a riprendere le figlie da una festa di compleanno, ho visto i primi timidi papaveri rosso-fuoco sul ciglio della strada.
E oggi ho anche finito di leggere un romanzo sulla cui copertina spicca un bel fiore hawaiiano: il
Silver Sword.


Il libro è un "Sogno di leggerezza" di Laura Giarré.
Come il Silver Sword anche questo libro sboccia nel suo massimo fulgore alla fine della suo percorso.
Inizialmente non ero stato trascinato e avvinto dalla sua lettura.
Poi però, più avanzavo, più venivo trascinato in questo strano giallo ambientato a Firenze, ma anche tra gli indirizzi IP di vari blogger (alcuni dei quali riconoscibili anche da un newbie come il sottoscritto).
Mi sono piaciute alcune descrizioni di Firenze e il respiro cosmopolita del libro (Torino, Palermo, Medio Oriente, etc...).
Amo Firenze (come amo Venezia) e alcuni tratteggi della città mi hanno fatto ricordare quanto essa sia bella. Ho apprezzato come è stato raffigurato il commissario Tucci e come si muove in questa post-Italia del prossimo decennio.
È un libro complesso, dei nostri tempi, forse più apprezzabile da chi frequenta i blog rispetto a chi ne è fuori. Io fino ad un anno fa io manco sapevo cosa fosse un blog e quali regole, mai esplicitate ma da tutti seguite, bisognasse rispettare. Così come la rete e i blog impongono a noi tutti un tipo di conoscenza più ampia ma meno profonda, così i tanti diversi personaggi del libro sono leggermente descritti e superficialmente connessi.
Insomma più si avanza nella lettura di questo libro e più si è trascinati nel gorgo da cui si esce solo alla fine con la scoperta
, come con tutti i gialli, del colpevole. E io il colpevole l'ho scoperto solo a 20 pagine dalla fine, proprio così come voleva l'autrice.

P.S. Il libro va letto con
Father and Son di Cat Stevens di sottofondo, perché anche il lettore, come uno dei protagonisti, possa ricordare uno per uno tutti gli amori finiti o inventati, gli amori sognati, quelli vissuti, quelli immaginati e anche quelli rubati.

 

Father
It's not time to make a change,
Just relax, take it easy.
You're still young, that's your fault,
There's so much you have to know.
Find a girl, settle down,
If you want you can marry.
Look at me, I am old, but I'm happy.

I was once like you are now, and I know that it's not easy,
To be calm when you've found something going on.
But take your time, think a lot,
Why, think of everything you've got.
For you will still be here tomorrow, but your dreams may not.

Son
How can I try to explain, when I do he turns away again.
It's always been the same, same old story.
From the moment I could talk I was ordered to listen.
Now there's a way and I know that I have to go away.
I know I have to go.

Father
It's not time to make a change,
Just sit down, take it slowly.
You're still young, that's your fault,
There's so much you have to go through.
Find a girl, settle down,
if you want you can marry.
Look at me, I am old, but I'm happy.

Son
All the times that I cried, keeping all the things I knew inside,
It's hard, but it's harder to ignore it.
If they were right, I'd agree, but it's them you know not me.
Now there's a way and I know that I have to go away.
I know I have to go.

giovedì 3 dicembre 2009

Chi è più cieco tra noi due?


Una notte di dicembre, la ragazza della fontana lo iniziò all'amore. Aveva la pelle che sapeva di pesca. Yuko le baciò il seno bianco e prese tra le labbra un capezzolo, succhiandolo come fosse un limone di luna. Se lo tenne in bocca fino all'alba.




Il primo giorno di lezione, vicino al fiume ancora immerso nell'alba, il vecchio Soseki chiese a Yuko di chiudere gli occhi e di immaginare il colore.
"Il colore non è all'esterno. Esso è in noi. Solo la luce è fuori," disse. "Cosa vedi?"
"Nulla. Con gli occhi chiusi vedo solo del nero. Perché, voi no?"
"No," rispose Soseki. "Io vedo ancora il blu delle rane e il giallo del cielo. Allora, chi è il più cieco tra noi due?"

(Maxence Fermine, Neve)

mercoledì 2 dicembre 2009

Un video per Franco

Dopo molti mesi che non accadeva più, da qualche giorno ho ripreso a sognare. Che sia terminata una fase della mia vita?

Ero ad un concerto di Battiato con la mia mamma (Ma ve la immaginate la mia mamma ad un concerto? In effetti aveva il viso giovanile di quando io ero bambino...). Canticchiavo ad alta voce le canzoni del concerto. Ad un certo punto Franco si rivolge verso me. Io ero preoccuoato perché pensavo mi redarguisse per il fatto di canticchiare ad alta voce le sue canzoni. Invece mi chiede se potevo girare per lui il video di una sua canzone (adesso che scrivo il post non ricordo più il titolo, ma nel sogno era ben chiaro, era una ben determinata sua canzone). Io, la mia mamma e Franco ci avviamo verso l'esterno per discutere del video quando una fastidiosa campanella si mette a suonare.

È la seconda sveglia delle 06:45, sveglia di emergenza se per caso quella delle 06:40 non avesse funzionato. Ma alle 06:40 io mi ero ben svegliato. Poi in meno di 5 minuti mi sono ri-addormentato e ho pure sognato il maestro!

domenica 29 novembre 2009

È un miracolo





Io son sicuro che quelli che l'hanno costruita dopo
si sono messi a guardarla da qui.
Proprio dove sono io.
Sono stati bravissimi.
È un miracolo !
Io brindo a te Chiesa dei Miracoli.
 

Paolo e Vittorio Taviani
Good Morning Babilonia
1987

venerdì 27 novembre 2009

Forse un uomo

Il 30 Novembre del 1786 per la prima volta al mondo il Granduca di Toscana abolì la pena di morte. Per questo motivo dal 2001 la Regione Toscana ha istituito la Festa della Toscana il 30 novembre di ogni anno.

Nell'ambito della Festa della Toscana ieri sera ho partecipato al teatro Verdi di Pisa alla prima assoluta della presentazione del nuovo album "Forse un uomo" scritto da Sandro Luporini, cantato da Giulio Agnello e con musiche di Meme Lucarelli.

Questo album, che uscirà sul mercato discografico il prossimo gennaio con etichetta Warner, segna il ritorno di Luporini alla canzone dopo il black-out seguito alla morte di Gaber. E si tratta di un ritorno in musica e non solo testo come era ai tempi del Teatro della  Canzone. L'album, composto da 12 canzoni, è nato,
tra Sandro e Giulio, al Lampione Giallo in via dei Tigli a Viareggio. Ed è un album di canzoni d'amore: Luporini vi è tornato dopo la sua ultima esperienza del 1986 con "Parlami d'amore Mariu".

Come al solito ho scritto sulla moleskine i versi che più mi hanno colpito delle canzoni ascoltate (aspettando gennaio quando acquisterò il CD e potrò avere i testi completi).

Questo mondo
    Il tutto è falso
    Il falso è tutto.


Io che non ho mai amato nessuno

Difficoltà d'amare
    Amica mia non so ancora se ti amo o ti ho preso per il culo

...
    Se un odore inconfondibile restasse sulla pelle di una donna innamorata,
    allora forse capiremmo la vita.


Esperienza dell'assenza
    [ parte anonima e si configura come una rumba/flamenco ]
    Senza memoria un uomo che cos'è?

Il letto
    [ recitata e perciò simile a quelle del Teatro della Canzone ]
    [ la canzone più bella secondo me e anche secondo Luporini stesso ]
    [ mi è tornato in mente l'asciugamano da usare
      dopo aver fatto l'amore sul letto ]

Ipotesi per Maria
    Se un uomo è fedele diventa immortale

Imperdonabile idiozia
    [ nata alla  rovescia: per la prima volta Luporini ha scritto le parole
      solo dopo aver ascoltato la musica ]

Ma il dolore
    D'amore non si muore
    Alla fine di un amore la paura di soffrire diventa assai più forte del dolore
    Il dolore amico più sincero se vuoi riuscire a crescere davvero
    Il dolore è la cosa più giusta per non avere bisogno dell'analista


...
    [ utilizza la chitarra battente in uso fin dal '600 ma adesso poco usata,
      a parte Pino Daniele in una sua canzone ]
    Ho visto alcuni bambini andare a scuola con la pistola
    Stuprare corpo di bambina
    Tarlo che corrode da dentro


Alla fine dello spettacolo applausi meritatissimi per lunghi lunghi minuti. Peccato non ci fosse Luporini a goderseli, bloccato a casa per una convalescenza.



Durante la presentazione del nuovo album Giulio Agnello ha anche presentato alcuni classici di Luporini/Gaber. Tra questi anche "Dilemma". La più bella canzone scritta sul rapporto di coppia (l'ha detto Michele Serra, non io!).



In una spiaggia poco serena
camminavano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma.
L'uomo era forse più audace
più stupido e conquistatore
la donna aveva perdonato, non senza dolore.
Il dilemma era quello di sempre
un dilemma elementare
se aveva o non aveva senso il loro amore.

In una casa a picco sul mare
vivevano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma.
L'uomo è un animale quieto
se vive nella sua tana
la donna non si sa se ingannevole o divina.
Il dilemma rappresenta
l'equilibrio delle forze in campo
perché l'amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un'antica usanza
che suole aver la gente.

Lui parlava quasi sempre
di speranza e di paura
come l'essenza della sua immagine futura.
E coltivava la sua smania
e cercava la verità
lei l'ascoltava in silenzio, lei forse ce l'aveva già.
Anche lui curiosamente
come tutti era nato da un ventre
ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa.

In un giorno di primavera
quando lei non lo guardava
lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova.
E ancora oggi non si sa
se era innocente come un animale
o se era come instupidito dalla vanità.
Ma stranamente lei si chiese
se non fosse un'altra volta il caso
di amare e di restar fedele al proprio sposo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
con le parole che ognuno sa a memoria
sapevan piangere e soffrire
ma senza dar la colpa
all'epoca o alla Storia.

Questa voglia di non lasciarsi
è difficile da giudicare
non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere.
Ai momenti di abbandono
alternavano le fatiche
con la gran tenacia che è propria delle cose antiche.
E questo è il sunto di questa storia
per altro senza importanza
che si potrebbe chiamare appunto resistenza.

Forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore, il culto del coraggio.
E rifiutarono decisamente
le nostre idee di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare.
Non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta
come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera
come la famiglia.

Io ci vorrei vedere più chiaro
rivisitare il loro percorso
le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso.
Vorrei riuscire a penetrare
nel mistero di un uomo e una donna
nell'immenso labirinto di quel dilemma.
Forse quel gesto disperato
potrebbe anche rivelare
come il segno di qualcosa che stiamo per capire.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un'antica usanza
che suole avere la gente.

martedì 24 novembre 2009

Quando sarò capace di amare


Ieri una persona mi ha regalato questa canzone.
E ha toccato corde profonde.





Quando sarò capace d'amare
probabilmente non avrò bisogno
di assassinare in segreto mio padre
né di far l'amore con mia madre in sogno.

Quando sarò capace d'amare
con la mia donna non avrò nemmeno
la prepotenza e la fragilità
di un uomo bambino.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che ci sia davvero
che non affolli la mia esistenza
ma non mi stia lontana neanche col pensiero.

Vorrò una donna che se io accarezzo
una poltrona, un libro o una rosa
lei avrebbe voglia di essere solo
quella cosa.

Quando sarò capace d'amare
vorrò una donna che non cambi mai
ma dalle grandi alle piccole cose
tutto avrà un senso perché esiste lei.

Potrò guardare dentro al suo cuore
e avvicinarmi al suo mistero
non come quando io ragiono
ma come quando respiro.

Quando sarò capace d'amare
farò l'amore come mi viene
senza la smania di dimostrare
senza chiedere mai se siamo stati bene.

E nel silenzio delle notti
con gli occhi stanchi e l'animo gioioso
percepire che anche il sonno è vita
e non riposo.

Quando sarò capace d'amare
mi piacerebbe un amore
che non avesse alcun appuntamento
col dovere

un amore senza sensi di colpa
senza alcun rimorso
egoista e naturale come un fiume
che fa il suo corso.

Senza cattive o buone azioni
senza altre strane deviazioni
che se anche il fiume le potesse avere
andrebbe sempre al mare.

Così vorrei amare.

(Gaber, Luporini)

domenica 22 novembre 2009

Coccole


Oggi estremo bisogno di coccole.

Quelle sonore me le sono rubate dal
blog di Marilicia ascoltandomi Closest Thing to Crazy di Katie Melua. Questa canzone è taumaturgica per me.





Quelle gastronomiche me le sono create a pranzo con un piatto di pasta al radicchio rosso e, dopo pranzo, cucinandomi un superbo castagnaccio.




Quelle di cuore gustandomi "Al di là dei sogni" con Robin Williams.
E scommetto che il film sarebbe piaciuto anche alla mia amica talpa.



sabato 21 novembre 2009

C'è un lupo nel parco



Oggi ho partecipato, con altre 50 persone, a una camminata attraverso il parco di San Rossore. Eravamo accompagnate da due guide del parco che ci illustravano gli aspetti naturalistici del paro. E lungo la lunga passeggiata (due ore e mezza) ci sono state alcune soste durante le quali abbiamo assistito alla rappresentazione teatrale (nel bosco!) di alcune pagine tratte da "Lettere a un lupo" di Giuliano Scabia. Le attrici facevano parte del progetto (finanziato dall'Unione Europea) "Le storie e i prodotti del parco". L'occasione di questo particolare excursus artistico è infatti l'avvistamento nei confini del Parco di un esemplare di lupo maschio. Esso è un esemplare probabilmente sceso dalla Val di Cecina. Sembra aver trovato a San Rossore un habitat favorevole tanto che, a parte alcune scorribande fino alla pineta di Migliarino, che raggiunge attraversando a nuoto il Serchio, la sua presenza nella ex-tenuta presidenziale è costante. Alla fine del trekking abbiamo pranzato alla Villa la Sterpaia dove abbiamo gustato una ottima zuppa alla pisana e una serie infinita (ne ho contati almeno 8 diversi) di salumi, uno più buono dell'altro.

Dal punto di vista naturalistico ho imparato tante cose. Per esempio il fatto che i picchi (simbolo dello stemma del parco) inizialmente insettivori hanno poi cominciato ad apprezzare i semi e in particolare i pinoli. Qando le pigne cadendo per terra si rompono, fanno uscire i pinoli che poi però si interrano dato che il terreno è sabbioso. I picchi raccolgono i pinoli ma non riescono a romperne il guscio sul terreno soffice. Allora fanno un buco sulla corteccia del pino e vi infilano ben bene il pinolo. E poi fanno un altro buco immediatamente sopra il primo e rompono il pinolo con il becco e lo raccolgono senza buccia dal secondo buco. Quando poi però rifanno la stessa cosa con il prossimo pinolo non riusano i due vecchi fori, ma ne fanno di nuovi. Il risultato di tutto ciò è che su molti pini ci sono "mitragliate" di fori lungo la corteccia.

Dal punto di vista storico ho finalmente capito perché all'interno del parco, vicino all'ingresso, c'è un enorme rotonda circolare erbosa intorno a cui gira la strada. Mi era sempre sembrata senza senso quell'enorme rotonda di cui non capivo il senso. Solo oggi ho scoperto che all'interno di quella enorme rotonda c'era la residenza reale che, come quasi tutti gli altri edifici del parco, furono minati alle fondamenta e fatti saltare dai tedeschi durante a IIª guerra mondiale. Ecco perché non c'è quasi nessuno edificio storico sopravvissuto. Eppure ce ne erano moltissimi dal tempo dei Lorena in poi.

Dal punto di vista cinematografico, una delle varie soste teatrali durante il trekking è stata in una radura dove i Taviani girarono una scena d'amore di "Good Morning Babilonia". Io ho sempre amato moltissimo quel film dei Taviani che non è mai ritrasmesso in TV o nei cineforum e di cui non esiste una versione su DVD. Una delle scene più belle di quel film è la scena iniziale dove i due protagonisti lavorano sulla facciata di una basilica pisana. Ne ho parlato con alcune persone conosciute durante il trekking e queste mi hanno indirizzato ad un negozietto dove avrei forse potuto finalmente trovare il film che tanto cercavo. E infatti oggi pomeriggio ho fatto un giro down-town, ho scoperto il negozietto e alla fine della prossima settimana finalmente otterrò una copia del tanto agognato film.



Il terreno era pieno di funghi.
In cielo volavano molti aironi che poi si posavano sui rami alti degli alberi.
Nelle zone umide c'erano tantissime libellule.
Per terra abbiamo visto orme di daini e cinghiali.
Lungo i canali diversi rovi tra cui anche la famosa pianta dell'inchiostro.
Ma alla fine... il lupo non si è visto.

È stata una bella giornata.

mercoledì 18 novembre 2009

Appelsinpiken





Due giorni fa, il 17 novembre, ho terminato di leggere La ragazza delle arance di Jostein Gaarder. E questa non è una data casuale perché proprio in questa data, nella quart'ultima pagina del libro, il protagonista risponde ad una domanda fondamentale. Sarà un caso che anche io ho teminato di leggerlo in quella data?

Ma non voglio svelare nulla. Anche perché c'è ben poco da svelare. Questo è uno dei libri più letti dal popolo di aNobii: 1600 in Italia l'hanno letto, 1000 l'hanno votato con un voto medio di 3/4 e ben 250 hanno espresso il loro dettagliato commento (clicca sull'immagine qui a fianco).


E poi ho scoperto che in Norvegia a febbraio è pure uscito un film tratto da questo libro (il trailer originale qui sotto).



A me il libro è piaciuto moltissimo. È il secondo miglior libro che abbia letto quest'anno (superato solo da In viaggio contromano di Michael Zaadorian). Quindi, come mio costume, vado a citare alcuni dei passaggi che più mi hanno colpito.
Scrisse la storia della "Ragazza delle arance" affinché la leggessi una volta che fossi grande abbastanza da poterla capire. Scrisse una lettera per il futuro.

Non credevo mi avesse notato, ma improvvisamente alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e mi guardò dritto negli occhi. Così mi colse con le mani nel sacco, perché capì che era da un po' che la stavo contemplando. Mi fece un sorriso pieno di calore, e quel sorriso, Georg, avrebbe potuto sciogliere il mondo intero, perché se il mondo l'avesse visto avrebbe avuto la forza di fermare tutte le guerre e tutte le inimicizie del pianeta, o almeno di interrompere per lungo tempo l'uso delle armi.

Mi viene da pensare ad un verso del poeta danese Piet hein: "Coloro che non sanno vivere ora non vivranno mai. Tu cosa fai?".

"E presto le campane annunceranno il Natale", dico. "Non è vero? Tu non puoi restare in città dopo il rintocco delle campane". A questo non risponde, mi stringe soltanto la mano, con forza e tenerezza, come se stessimo fluttuando con leggerezza per lo spazio, come se ci fossimo ubriacati di latte intergalattico e avessimo l'universo intero per noi.

Girai la cartolina. Il timbro era di Siviglia, e c'era scritto semplicemente: "Ti penso. Riesci ad aspettare ancora un po'?".

Ero eccitato, il cuore si mise a produrre in quantità eccessive delle sostanze che noi medici chiamiamo endorfine. Esiste un termine per questo stato quasi morboso di esaltazione. Si dice che il paziente è euforico. Era in questo stato che mi trovavo ora.

Certe volte nella vita dobbiamo essere capaci di sopportare la nostalgia.

Probabilmente non esiste nessuna intimità  che possa competere con due sguardi che si incontrano con fermezza e decisione e che semplicemente rifiutano di lasciar la presa.

Noi siamo questo universo, noi. Forse il nostro sviluppo non è ancora completo. Lo sviluppo fisico dell'uomo doveva ovviamente avvenire prima di quello psichico. E forse la natura fisica di questo universo è solo una cosa esteriore, il materiale necessario per l'autocomprensione del cosmo.

martedì 17 novembre 2009

Qui la banca mondiale



Secondo me la Ziche ha disegnato questa vignetta quando ha intercettato questo scambio di SMS tra me e la mia banca.


Da: Banca Mondiale
A: Guerreronegro
Data: 28/08/2009 07:14
Qui la banca mondiale. Dai nostri tabulati risulta un conto da Lei mai toccato. L'importo equivale ad una vita d'amore. La preghiamo di volerne disporre al più presto.


Da: Guerreronegro
A: Banca Mondiale
Data: 28/08/2009 07:33
Cara Banca Mondiale avevo provato in passato a movimentare il mio conto, ma con scarso successo. Sono contento che mi informiate che il conto non si sia prosciugato e che io possa ancora disporne. Sono diventato adesso estremamente timoroso nel maneggiare quella valuta. Non vorrei lasciarla lì ad avvizzire. Ma non voglio neppure ustionarmi tutto il corpo come questa ultima volta che ho ancora le cicatrici aperte che mi bruciano e mi fanno piangere.


Da: Banca Mondiale
A: Guerreronegro
Data: 28/08/2009 08:33
Carissimo cliente negli anni abbiamo sempre onorato le donazioni che lei ha voluto fare. Ora volevamo invitarla ad usufruire personalmente del capitale. Solo tramite l'utilizzo personale si ottengono dei profitti dal capitale. Le donazioni invece tendono a prosciugare il conto. Per quanto riguarda il nostro settore giardino ci teniamo a farle presente che i semi piantati hanno sì bisogno di venire innaffiati, ma per favore non con acqua salata!


giovedì 12 novembre 2009

Non insegnate ai bambini





Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.

Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.

Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un'antica speranza.

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.

Giro giro tondo cambia il mondo.
Giro giro tondo cambia il mondo.
(Gaber, Luporini)

mercoledì 11 novembre 2009

Perché non sei venuta prima della guerra?


Domenica scorsa, uggiosa e casalinga, mi sono letto
Perchè non sei venuta prima della guerra? di Lizzie Doron (edizioni Giuntina).

Parla della Shoah, senza mai nominarla. Protagonista è Helena che riesce a separare il bene dal male in maniera netta, chirurgica, senza nessun compromesso.

All'inizio questo libro non mi ha preso. Ma mi sono imposto di continuare la lettura. E via via che i capitoli passavano mi piaceva sempre di più questa madre (Helena) e sua figlia (Lizzie, l'autrice narrante) che si vergognava talvolta un po' di lei.

Alla fine il libro me lo sono letto tutto con passione sempre più crescente. Il racconto (il capitolo) più bello è quello centrale intitolato Libertà. Ma era troppo lungo per essere ricopiato qui sul blog. Così ne riporto un altro, più breve, ma ugualmente bello. Si intitola:


Selezione


I festeggiamenti del mio bat-mitzvà si erano conclusi.
Helena si sedette sulla sedia a dondolo in camera mia. La sedia era rivolta verso la finestra che dava sul cortile invaso dalle erbacce.
"Tutti i regali qui!" ordinò, e con il dito indicò lo spazio ai suoi piedi. Uno dopo l'altro i regali furono scartati e Helena li passò in rassegna come fosse la presidentessa della fondazione per la sicurezza dei giochi. Ogni regalo, senza eccezione, fu controllato. Helena li girava, se li avvicinava agli occhi, li esaminava, come se per lei fosse di capitale importanza che qualcosa non sfuggisse al suo controllo.
"Dobbiamo selezionarli, dobbiamo selezionarli" diceva senza sosta mentre si occupava dei regali.
E all'improvviso le sue labbra si strinsero, un occhio si chiuse e l'altro si spalancò; Helena si concentrò, la sua mano appena tremante si fece ferma, come per una missione: il regalo partì dalla sua mano, fendette l'aria della stanza, decollò dalla finestra e atterrò nel cortile. Nella stanza sentimmo il rumore di cocci rotti e dalla strada si sentì il rumore delle persiane che si aprivano, una a destra e l'altra a sinistra, sbattevano sui muri delle case come tamburelli. La finestra spalancata della mia stanza lasciava entrare la luce dei lampioni, una luce scialba rispetto alla brillantezza degli occhi dei vicini che seguivano gli eventi ed ascoltavano le voci.
E nella stanza, Helena, scegliendo: "Questo qua, questo là; questo qua, questo là" ripeteva. "Devo fare una selezione, non tutti i regali possono rimanere in casa", e scusandosi: "Ma tu non devi essere triste, il regalo che volevi l'ho già preparato da tempo, è nell'armadio, sulla mensola in basso a destra".
Un registratore e una macchina fotografica mi aspettavano impachettati nell'armadio.
E intanto il cortile, sotto la nostra finestra, continuava ad accumulare oggetti che non aveva mai visto: giochi, asciugacapelli, accessori e bigiotteria.
La mattina seguente il cortile si era trasformato. Molti bambini chiedevano di poterci giocare, riunire e montare i pezzi del puzzle. Gli adulti osservavano e la maggior parte rimaneva in silenzio.

Guta la rabbinessa chiese: "Perché? Come mai Helena ha gettato nel cortile i regali che Elizabeth ha ricevuto per il suo bat-mitzvà?"
E suo marito, il rabbino, si arrabbiò e con tono lamentoso protestò: "Con quale diritto ha deciso di fare una selezione di regali non suoi!".
"Forse ha pensato che i regali erano troppo miseri" Fruma la maestra propose come soluzione per quel mistero.
"Forse ha buttato via i regali delle persone che non ama?" ragionò a voce alta Kalman il lattaio lasciando davanti alla nostra porta una bottiglia di latte gratis. "Un regalo per Elizabeth", scrisse nel biglietto "augurando a Helena di avere una figlia forte e sana".
E poi ci furono le voci che dicevano che Helena era impazzita, ma una risposta chiara e inequivocabile su quella faccenda non venne mai fuori.

Un bambino sconosciuto che abitava ai margini del quartiere iniziò a presentarsi nel cortile ogni giorno alla stessa ora. Nella cartella logora che si portava dietro c'erano sempre un quaderno a righe con la copertina trasparente, un astuccio, una matita del colore della senape, una gomma e un appuntalapis. Si sdraiava per terra, tra l'ortica e l'acetosella, prendeva i frammenti dei regali e annotava i nomi. Ore e giorni zappettò e classificò, scavando sempre più in profondità nel cortile.
Un giorno bussò alla nostra porta e chiese di consegnare a Helena un rapporto scrupoloso che aveva scritto tutto di suo pugno; nel rapporto c'erano due paragrafi.
Il primo comprendeva un'analisi completa di tutti i pezzi di oggetti che aveva trovato, e tra loro: una macchina fotografica, una radio, un orologio, un portafoglio e molti altri ancora.
Il secondo paragrafo riportava le conclusioni: "Ecco quanto ne consegue:" aveva scritto "non ci sono stati ritrovamenti di reperti integri, ma soltanto parti di oggetti vari fatti di diversi materiali".
In una nota, scritta con lettere grandi e storte, aveva aggiunto: "L'unica cosa degna di nota che ho rilevato è stata la scritta presente su tutti gli oggetti: Made in Germany. Può darsi che Helena non sia disposta a tenere in casa cose provenienti da un paese straniero.
In fede.
Yosef Rafael".

Helena abbracciò il bambino e gli chiese: "Cosa vuoi fare da grande?".
"L'archeologo" rispose.
"Diventerai sicuramente famoso," gli disse "sei un bambino intelligente e curioso. Quando sarai un archeologo sono sicura che scoprirai un sacco di segreti seppelliti sotto la terra".
Lui sorrise e se ne andò. La missione era compiuta. Yosef Rafael non si vide più nel cortile di Helena.

6 ottobre 1973.

Yosef Rafael fu ucciso sulle alture del Golan.
Helena si recò sulla sua tomba ogni anno fino al giorno della sua morte, e con sé portava sempre un mazzo di fiori selvatici del cortile.