lunedì 4 aprile 2011

Niente zabaione a Milano

Sabato mi sono svegliato alle 3 e ½ del mattino. Avevo appena sognato la mia amica LM che faceva Alice nel Paese delle Meraviglie tra i puffi e il gatto Birba (ma Birba, a differenza di quello di Peyo) non cercava di mangiarsi i puffi, ma giocava con loro e con la L.

Influenze fumettistiche?

Sì, forse pecrhé di lì a poco sarei partito per Milano per visitare il cosidetto Museo del Fumetto inaugurato il giorno prima dalla Moratti. Non sapevo cosa aspettarmi, ma le mie aspettative erano elevate. Invece ho trovato solo uno spazio vuoto da riempire e una mostra (al piano superiore) dedicata agli editori fumettisti milanesi. Milanesi? Sì, solo milanesi! La mostra non mi ha entusiasmato granché. C'erano mischiate alcune copertine originali di giornali storici con alcune tavole di alcuni autori (solo milanesi anche quelli? mah! chissà!). Insomma nulla di eclatante o, comunque, degno di nota. Una delle tavole esposte era di una storia di Cimpellin e della stessa storia io possiedo un'altra tavola appesa nel bagno di casa mia. Forse potrei invitare il sindaco della mia città ad inaugurare un Museo del Fumetto anche nel bagno di casa mia!

Una gigantografia di Nonna Abelarda mi ha anche rammentato di quando, 20 anni fa, mi ero erroneamente complimentato con Cavazzano per come aveva ben disegnato il "braccio di ferro in gonnella" italiano. Solo che Cavazzano non lo aveva mai disegnato (Nonna Abelarda è stata principalmente tratteggiata da Carpi, Gatto e altri). Comunque Giorgio non se la prese e, anzi, mi inviò anche un suo schizzo autografo con  Paperino che ronfa in poltrona (e qusto non è appeso in bagno con Cimpellin, bensì in cucina!)

Terminata in 28 minuti la visita di questo cosiddetto Museo, ne ho approfittato per andare a piedi verso il centro di Milano. C'era un tremendo caldo estivo (alla sera alle 21:00 il termomemetro esterno della mia auto segnava 21°C) e in mezz'ora ho raggiunto il duomo. Ho passeggiato un po', passando anche davanti al negozio di calzature Gusella e mi sono rammentato di quando lì ho comperato delle babbucce per un bimbo che quest'anno compie 30 anni! Ho sorriso tra me e me pensando a quegli anni e avrei voluto rivivere quei  brevi istanti di deja-vù con una persona a cui voglio molto bene.

Poi mi sono avviato verso il Museo del '900 in piazza del Duomo e lì, finalmente, la giornata milanese ha acquistato significato e bellezza. Per soli 5 EUR (con ingressi contingentati attraverso un biglietto d'ingresso dotato di chip RFID) ho goduto per due ore gustandomi un centinaio di opere veramente veramente belle. Non so quasi nulla d'arte (così come non mi intendo di fumetti) ma posso garantire che le opere che ho visto al palazzo dell'Arengario sono stupende. Via via che passavo nelle varie sale mi sono segnato quelle che mi hanno toccato di più.

Balla. Costellazioni del genio.
Marinetti. Scatole d'amore in conserva.
Severini. Bohemien jouant de l'accordeon.
De Chirico. Le trouble du philosophe.
Martini. La sete.
Carla Accardi. Grande integrazione.
Carla Badiali. Composizione in verde.




L'unico artista che proprio non mi ha detto nulla è stato Fontana. Proprio non lo capisco. Le sue opere proprio non mettono in vibrazione neppure una cellula del mio essere. Tra l'altro le sue opere sono esposte in una bellissima sala che ha un'enorme vetrata che dà sulla piazza del duomo. E tra Balla da una parte e il duomo dall'altra non c'è assolutamente gara. È come sparare sulla Croce Rossa. Troppo bello il duomo "pirolo" che mi ricorda di quando, bambino, sulle spiagge di Jesolo o di Lignano Sabbiadoro costruivo i miei duomi "piroli" facendo colare la sabbia bagnata dalle mani chiuse.

Uscendo dalla mostra ho visto anche una bella foto di Harry Callahan: Trees in snow. Era l'anticipazione della mostra che sarà aperta in autunno presentando molte delle foto del Museum of Fine Arts of Boston. Non dovrò mancarla.

Uscito dal Museo del '900 ho passato il resto della serata conoscendo e chiaccherando con una veneziana che, pur abitando a Roma, era di passaggio per Milano. Con lei, che pure non conoscevo, ho trascorso quasi due ore chiaccherando di condivisi amori giovanili di carta, di cani con le treccine, di cavolini di Bruxelles e... il tempo è volato via!

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