lunedì 13 agosto 2012

Piazza Anna Pardini




Sant’Anna di Stazzema è posta in una pittoresca posizione geografica. Dalla costa della Toscana strade strette e sinuose risalgono le pendici boschive delle Alpi Apuane fino a questo solitario borgo di montagna.
All’inizio del 1944 Sant’Anna di Stazzema era un luogo ameno.
Un villaggio in cui i bambini giocavano felici sul piazzale della chiesa e scorrazzavano per le sue viuzze.
Un posto in cui le ragazze andavano ad attingere acqua alla fontana del villaggio e i ragazzi pascolavano le greggi sui colli circostanti.
Una povera comunità che accolse nel suo seno profughi con i quali condivise il suo scarso cibo.
Sì, Sant’Anna di Stazzema era un borgo pacifico. Fino al 12 agosto 1944.
Il giorno in cui la guerra mostrò il suo volto più brutale.
Il giorno in cui questo paradiso divenne un inferno.
Il giorno in cui, sessantotto anni fa, fu perpetrata una strage di inaudita efferatezza.
Alle prime luci dell’alba i soldati tedeschi delle SS assalirono questo borgo pacifico. Nel giro di tre ore radunarono nelle cantine, nelle cucine, nelle stalle e dinanzi alla chiesa, bambini, donne e anziani. Con le mitragliatrici li falcidiarono inermi. Lanciarono bombe a mano su drappelli di persone e appiccarono il fuoco a case e cataste di cadaveri. Dopo di che sparirono nuovamente. Rimasero 560 morti, un borgo incendiato, una chiesa con l’organo distrutto e pochi sopravvissuti: uomini cui erano state strappate le mogli; madri che tenevano in braccio i figli morti; bambini che avevano perso fratelli e sorelle insieme ai loro genitori. Il loro dolore è per noi inimmaginabile. È impossibile descrivere con parole la crudeltà di tali fatti.
Mi presento oggi a voi come tedesco, profondamente scosso dalla disumanità dell’eccidio qui perpetrato in nome del mio popolo. Oggi voglio commemorare le vittime di questo eccidio.
Non dimenticare mai.
Mantenere vivo il ricordo.
Affinché mai più in Europa ideologie disumane e regimi criminali ritornino a mostrare il loro ghigno odioso. Questo è il compito che dobbiamo trasmettere alle generazioni che ci seguiranno. È vostro merito, il merito dei sopravvissuti di Sant’Anna di Stazzema, aver mantenuto vivo il ricordo delle vittime del massacro. Il monumento-ossario ai martiri di Sant’Anna di Stazzema è divenuto in tal modo un simbolo del perdono. Oggi mi presento a voi anche come europeo, come Presidente del Parlamento europeo. Il fatto che in quanto tedesco io possa oggi presiedere un’Assemblea multinazionale, il fatto che oggi noi, tedeschi e italiani, commemoriamo insieme le vittime di questo eccidio dimostra una cosa: il sogno dell’Europa è divenuto realtà. L’Unione europea è stata fondata da uomini e donne coraggiosi nella seconda metà del XX secolo come risposta alla prima sanguinosa metà di quel secolo.
Due guerre mondiali, devastazioni, distruzioni e sterminio di vite umane hanno caratterizzato la prima metà del XX secolo. Coloro che alla fine della Seconda guerra mondiale hanno costruito questa Unione europea, le nostre nonne e i nostri nonni, l’hanno fatto perché volevano mettere la parola fine all’odio e all’intolleranza, alla persecuzione delle minoranze e alla politica del capro espiatorio. Se allora qualcosa non funzionava nell’economia se ne attribuiva subito la colpa alle minoranze e si aizzavano le maggioranze contro i presunti capri espiatori. Eppure, ancora oggi, a sette decenni dalla fine della Seconda guerra mondiale, questo spirito non è stato sconfitto. Proprio in questo momento, nel mezzo della crisi, ci accorgiamo che in molte parti d’Europa risorgono nuovamente vecchi stereotipi, pregiudizi e si agitano addirittura i fantasmi del nemico. Il seme della discordia, del rancore e degli egoismi nazionali è stato gettato. Questa atmosfera surriscaldata ha creato le condizioni perché ancora una volta in Europa si sobilli l’odio contro le minoranze.
Dobbiamo opporci vigorosamente a questo oltraggio e a questi giudizi sommari!
Noi tutti dobbiamo scendere in campo contro il ritorno di modi di pensare che hanno sempre portato ai popoli europei nient’altro che disgrazie e minacciano ora di mandare in rovina anche l’Unione europea. Non possiamo permetterci di ricadere negli antichi errori! Se questo spirito foriero di sciagure per i popoli europei conquistasse la maggioranza degli Stati membri dell’Unione, se gli riuscisse di rimettere in questione il carattere di collante di popoli di questa Unione, allora ritornerebbero con esso anche gli spettri della prima metà del XX secolo. La libertà, l’umanità devono essere riconquistate ogni giorno. Questo è il nostro compito di epigoni, questa è la missione che ci hanno assegnato i martiri di Sant’Anna di Stazzema.
Vi ringrazio di cuore per tenere vivo il ricordo dei martiri e per permettermi, come tedesco, di commemorarli e di unirmi al vostro lutto. È un dono fatto a me personalmente. Qui, a Sant’Anna di Stazzema, ricordiamo le ore più cupe del nostro continente. Da queste ore cupe sono nati i valori e la libertà dell’Europa.
Infatti, grazie alla vostra longanimità, Sant’Anna di Stazzema è divenuto anche un simbolo del perdono e della concordia. Tutto ciò è per me un monito e una missione al tempo stesso: non dare mai per scontato il miracolo dell’Unione europea. E ciò per il nostro futuro comune in Europa.

(Martin Schulz, Presidente del Parlamento Europeo, 12 agosto 2012)
 

1 commento:

  1. A Berlino ho imparato cosa significa guardare avanti senza rinnegare le atrocità del passato. Una lezione che non dimenticherò facilmente.

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