lunedì 29 aprile 2013

Il diritto di avere diritti

Chi mi conosce sa che ci sono due persone che io stimo: Settis e Rodotà. Ieri sera l'intervista di Rodotà me la ero persa perché, essendo fuori casa, sono stato distante dalla TV. Ma me la sono ascoltata adesso con calma. E mi conforta sapere che esistano ancora in Italia persone come lui e come Settis (qui la partecipazione di Settis e Profumo a "Che tempo che fa"). Sono molte le citazioni di Rodotà che vorrei sottolineare qui, ma penso che dedicare 23 minuti al suo ascolto sia la cosa migliore. Dopo di che per me, che sono fuori da tutte le logiche di qualsiasi partito, resta ancora incomprensibile capire perché il PD non abbia appoggiato questa persona come futuro Presidente della Repubblica. E questa scelta del PD, insieme al tradimento delle promesse elettorali che quel partito aveva fatto durante la appena trascorsa campagna elettorale ("Mai più governi di larghe intese" tuonava Bersani prima e dopo le elezioni), hanno fatto definitivamente perdere la "mia" fiducia verso questa parte della sinistra. Ma questo è solamente un mio problema. Non lo è infatti per nessuno degli appena eletti senatori e deputati del PD che in questi giorni sosterranno il governo Letta. Mi sento spaesato e fuori dal mondo perché tradito dalle persone a cui poche settimane fa avevo dato la mia fiducia. Ho imparato che i tradimenti non esistono solo in amore ma anche in politica. Me ne farò una ragione, ma vedrò, se ci riesco, di non ricascare almeno più negli stessi errori con gli stessi partner.

venerdì 19 aprile 2013

Se ti abbraccio non aver paura

Il bruco blu non diventerà una farfalla?



É tão bom aqui com a lua.



Uno dei più bei libri letti recentemente.

giovedì 18 aprile 2013

6º genetliaco

Il 18 aprile del 2007 usciva il primo post del mio primo blog.

mercoledì 17 aprile 2013

Musate



Il senso figurato di adolescente indica una persona immatura.

Il senso figurato di idealista indica una persona che crede in qualcosa di impossibile.

Io sono un adolescente idealista.

Sarà per questo che continuo a prendere musate nonostante la mia età?

domenica 14 aprile 2013

Oltre Pina



Cominciamo dall'introduzione. Un cardinale magro (un cardinale magro?) che pattina sulla scena aspettando che tutti gli spettatori prendano posto in platea. L'allampanato e barbuto pattinatore mi ha fatto tornare in mente Nanni Moretti (forse a causa di Habemus Papam e di Papa Francesco? Può darsi... il mio cervello fa spesso strane associazioni di idee).

Il corpo di danza e il linguaggio. È stata la prima volta che ho visto un corpo di danza composto quasi esclusivamente da maschietti (l'unica femminuccia era Sant'Agata). Mentre assistevo allo spettacolo ragionavo tra me e me su segni, parole, sintassi, linguaggio e messaggio portati avanti dal balletto. Mi dicevo che a differenza di altri contesti (letteratura, pittura, cinema, teatro) nel balletto conosco pochissimo i segni base utilizzati. E ancora meno conosco il modo di unirli per formare parole che siano connesse tra di loro usando una sintassi e una grammatica conosciute. Ogni nuovo spettacolo è la scoperta di nuovi simboli, nuove parole (e forse nuovi linguiaggi). Ma finora c'erano per lo meno sempre state certe caratteristiche a comune. Una di queste era la velocità. Nello spettacolo di ieri sera invece ho notato per la prima volta la lentezza, l'estrema lentezza (non in tutte le scene, ma in alcune). E questo mi ha sorpreso e spiazzato. E ha complicato ancora di più la lettura. In passato sono riuscito ad apprezzare, dopo un po', spettacoli di danza moderna (ad esempio adesso sono un patito di quello che ha fatto Pina Baush), ma quello di ieri sera era veramente ultra-moderno. E forse le mie connessioni neuronali non sono più flessibili come in gioventù. Così ho semplicemente goduto dei movimenti e della musica che percepivo, senza curarmi più di tanto di quello che il coreografo volesse comunicarmi. E infatti il monologo finale, una sorta di spiegazione di quello a cui avevo assistito, mi ha spiazzato.

Poi la scenografia. Ci ho messo mezzora per capire cosa fosse. Poi ho chiesto al mio vicino che mi ha risposto "Carta igienica!". "NO!" ho esclamato io, "Guarda meglio!". Poi ho suggerito sottovoce, quasi vergogandomi della mia illuminazione (o della mia mente bacata): "Reggiseni!". Ha concordato soddisfatto anche il vicino. Reggiseni bianchi appesi uno attaccato all'altro a formare una specie di tenda che delimitava i tre lati dello spazio scenico.

Per la musica ho riconosciuto Carmen Consoli, Dire Straits, Gustav Mahler e Burt Bacharach. Ma sicuramente ce n'erano altri. Molta musica era suonata dal vivo da un complessino di tre elementi tra i quali spiccava anche una fisarmonica (l'avevo già detto che questo è l'anno di questo strumento?).

Il volantino di presentazione dice che questo spettacolo ha vinto nel 2009 il premio Danza&Danza e che la Compagnia di Zappalà è considerata oggi dalla critica europea una delle più interessanti realtà della danza contemporanea italiana.

sabato 13 aprile 2013

J'attendais



Et j'écoutais longtemps couler l'eau des fontaines
Et j'écoutais le vent chanter infiniment
Vagues de quiétude et de paix
D'aussi loin que je me souvienne
L'enfance est un immense océan

Et je revais longues années, longue indolence
Ou rien ne se passe mais ou rien ne s'oublie
J'allais sereine et sans connaitre
Le moindre feu d'une absence

Ce n'est qu'en te croisant
Que j'ai su, j'ai compris

J'attendais, J'attendais
J'attendais ton regard pour expliquer enfin
Le pourquoi de ces au revoir
A tout ce long chemin

J'attendais, J'attendais
Le pays de ton corps le toucher de tes mains
Ma douce boussole mon nord,
Le sens à mes demains

Et j'abordais les troubles rives adolescentes
Les doutes, les jeux, les mauvais courants
Je me souviens les coups de sang
Des musiques et des mots de France
Amants d'avant

Y'a bien des vies qu'on nourrit d' édude ou de science
Destins faits d'aventures, de records ou d'argent
Des vies d'écriture et de voyage
Ou de reve de puissance
J'y pensais bien de temps en temps,
En écoutant le vent

J'attendais, J'attendais
J'attendais ton regard pour expliquer enfin
Le pourquoi de ces au revoir
A tout ce long chemin

J'attendais, J'attendais, J'attendais ton amour
Ton beau ton bel amour
Je l'attendais pour enfin vivre
En donnant à mon tour

J'attendais
(Céline Dion, 1995)

venerdì 12 aprile 2013

Tra Brueghel e Newton

Avevo in previsione di godermi tre mostre lo scorso week-end a Roma e invece il dolce poltrire a letto la domenica e il lunedì mattina me ne ha fatto saltare una. Così mi sono concentrato solo su due.



La prima, e forse l'unica da non mancare in nessun modo, è stata quella dei Brueghel al Chiostro del Bramante fino al 2 giugno 2013. Io pensavo che di Brueghel ce ne fossero solo due: il Vecchio e il Giovane. E invece ho scoperto che i Brueghel sono una famiglia con un albero genealogico molto complesso che si espande su 3-4 livelli ma anche, soprattutto, è un trade-mark (un marchio di fabbrica) di quei tempi per cui chiunque potesse fregiarsi di quel cognome acquisiva immediata visibilità e mercato. Ma ciò non significa che alcuni Brueghel valgano meno di altri. Anzi! Tutti sono stati una piacevolissima scoperta per me. Di questi autori ho apprezzato soprattuto la cura maniacale per il dettaglio che ne costituisce un marchio di fabbrica riconoscibilissimo. Con pochissime pennellate (certe volte solo una solitaria linea di colore) riuscivano a delineare in maniera esatta e miracolosa edifici, animali, alberi. E questa caratteristica si può apprezzare solo apprezzando i vari quadri molto da vicino (per fortuna in questa mostra, rispetto a quella del '900 di Forlì, non c'è nessun allarme sonoro di prossimità per cui è possibile avvicinarsi ai quadri anche fino a 1 cm di distanza) e non è invece godibile guardando a posteriori le stesse opere sul catalogo. La qualità di stampa del catalogo è buona, ma molto inferiore (in termini di pixel per unità di area), di quello che l'occhio dell'orso che apprezza il quadro da vicino. Insomma il catalogo può senza dubbio essere acquistato e consultato, ma serve solo per riaccendere i neuroni del nostro cervello dove abbiamo memorizzato la bellezza e i dettagli dei dipinti esposti. I dipinti arrivano da molti musei sparsi nel mondo ma anche da moltissime collezioni private e quindi questa mostra resta, a mio avviso, unica nel suo genere perché permette di godere in un colpo solo di tutte le opere di questi artisti, cosa altrimenti oggettivamente impossibile da fare.

La seconda mostra è quella su Helmut Newton al Palazzo delle Esposizioni. È interessante perché riunisce insieme decenni di opere di questo fotografo (mai prima mostrate tutte insieme al pubblico) ma non entusiasmante perché dopo aver capito, in poche foto, quale è lo stilema usato dall'autore, le altre opere diventano in qualche modo prevedibili e scontate. Tra tutte le foto viste me ne sono rimaste impresse alla fine solo due. E la migliore di queste due è quella di una modella sul terrazzo di un grattacielo di manhattan con lo sfondo diversi altri grattacieli con molte tonalità di grigi. Siccome non ho comperato il catalogo e non sono riuscito a trovare quesat foto in rete (dove se ne trova invece spesso un altra con una coniglietta di PlayBoy che a me non piace granché) ne metto qui sotto un'altra coppia (meno belle di quella che mi ha stregato) tratta dalla raccolta Big Nudes.




Il week-end ha avuto un momento meno bello degli altri quando, durante un trasferimento in autobus sulla linea 64, sono stato derubato del mio telefonino. Ciò ha comportato una leggera momentanea incazzatura (ma neanche troppo acuta), qualche giorno senza telefono (e quindi senza orologio, senza sveglia e senza internet) e qualche altro giorno con un muletto Nokia di una decina di anni fa con i fosfori verdi e una memoria di SMS limitata a 20 messaggi.

Tangled Up

L'ho scoperta ieri sera e me ne sono subito innamorato.



I took the perfect avenue, down the road to both of you
Did I go dutch?
This is too much!
With all the money in the world
You could never buy this girl
Quite enough, it will be tough
If romancing me with neons is something you should do
May the letters write in luminous, in-lou

And get me wicked up
Shake it up
Tangled up
You could be breaking up, making up
Tangled up
You can’t be faking it,
Making it from my love
With all this tragedy, don’t get me tangled up

I can’t separate your sins,
To me you’re acting like you’re twins
This is a mess,
Is this a test?
How many guesses do I get?
Till only one of you is left
You’re quite the same,
If love’s the gain
I want to see emotions coloring the sky
To the point it will make me wanna cry

And get me wicked up
Shake it up
Tangled up
You could be breaking up, making up
Tangled up
You can’t be faking it,
Making it from my love
With all this tragedy, don’t get me tangled up
Tangled up

Treating girls like a yo-yo is a no no of monumental kind
If playing with your string had lanced to be your thing
It’s easy to say to both, oh nevermind

And get me wicked up
Shake it up
Tangled up
You could be breaking up, making up
Tangled ?
You can’t be faking it,
Making it from my love
With all this tragedy, don’t get me tangled up
Tangled up
Tangled up
Tangled up

giovedì 4 aprile 2013

Fioriture da altri continenti

 


Stagione di cambiamenti
di fioriture
di passaggi.


Si cammina a mezz'aria
sopra le nuvolette.


Si sorride
chiaccherando con gli amici.


La natura ci sorprende.

lunedì 1 aprile 2013

Pini domestici



Certe volte io vorrei parlare di sempreverdi e, in particolare, arrivare a dire una certa particolare cosa dei pini domestici.

Se ne parlo con X allora succede che X subito all'inizio mi blocchi, perchè ritiene di aver già capito dove voglio andare a parare e poi se ne esce con una qualche teoria sulle conifere. Ma io volevo parlare dei pini domestici e non delle conifere!

Se ne parlo con Y allora Y mi ascolta fino in fondo e poi mi ribatte affermando che le felci hanno bisogno di un particolare habitat per svilupparsi. Io sono d'accordo con Y, ma io volevo parlare dei pini domestici e non delle felci!

Una volta non parlavo proprio di sempreverdi e di pini domestici perché temevo di dire delle sciocchezze. Ma succedeva quando ero piccolo e non sicuro di me. Adesso che invece parlo succede che spesso non riesco ad esprimermi come vorrei e quindi non sono capito. È un po' frustante tutto ciò.