domenica 6 marzo 2016

Lili Elbe

4 commenti:

  1. Viene da pensare che le mani di questo ritratto, certamente, abbiano ispirato l'attore. Si resta colpiti, guardando il procedere del film, dal cambiamento repentino della gestualità, soprattutto delle mani, quasi fossero una sintesi dell'identità globale. La mano: è un organo-ponte che ci avvicina o ci allontana dagli altri. Possiamo ritrarla e chiuderla in tasca stringendo il pugni sulla nostra solitudine. Oppure possiamo porgerla; come un ponte, appunto, che può colmare la distanza tra due lembi di terra traversati da un corso d'acqua, e stringere quella di un altro. Muoviamo le mani, mentre parliamo o mentre restiamo muti, e in entrambi i casi si esprimono per noi più dei suoni e dei silenzi.

    RispondiElimina
  2. Un'Artista molto coraggiosa ed una donna bellissima. Il dipinto postato mi sembra un'autoritratto, un'immagine ideale di se stessa. MI chiedo se sia stato dipinto prima o dopo la sua importante scelta. Quanta femminilità! Credo che un sentirsi donna, desiderare di esserlo veramente, esalti e sublimi molte caratteristiche di bellezza.

    RispondiElimina
  3. Il ritratto è stato dipinto da sua moglie Gerda Wegener.
    Vai a vedere il film! A me è piaciuto anche se non tutti lo giudicano un capolavoro.

    RispondiElimina
  4. E' un film molto bello. Solo, secondo me, avrebbe potuto trattare più approfonditamente gli aspetti psicologici di lui/lei, forse un po' più conflittuali di come vengono rappresentati, cioè come mero frutto del conflitto Io/mondo. Probabilmente - ma è una mia idea, dato che ho letto qualcosa della biografia del personaggio solo dopo avere visto il film- i conflitti interni del protagonista erano più laceranti di quanto appaia. Ho trovato invece ben tratteggiato il profilo di lei, di Gerda, un personaggio bellissimo.

    RispondiElimina