mercoledì 27 aprile 2016

Sì dolce è il tormento



Ieri sera, con Galliano e Lundgren, Paolo Fresu ha interpretato
in modo magnifico Sì dolce è il tormento di Monteverdi
(qui sopra o, ancora meglio, qui sotto al minutaggio 43:20).
È stato il secondo dei due più bei brani che ho ascoltato al Verdi di Pisa.
L'altro è stato il brano di apertura Mare Nostrum (il brano di apertura qui sotto).
E l'accompagnamento della fisarmonica di Galliano è superbo.

domenica 24 aprile 2016

Avis de Mistral



Ieri sono andato a vedere un film di cui avevo letto una stroncatura (una sola stellina su cinque) su un quotidiano locale. La sala del cinema era piena come un uovo. Io ho acquistato il terz'ultimo biglietto disponibile. Alcuni non hanno neppure potuto entrare in sala. E alla fine della proiezione tutti erano contenti di quello che avevano visto. Anche a me il film è piaciuto. Non è un capolavoro della settima arte ma è una bella commedia divertente. Ambientata in Provenza. E ovviamente anche io ho sognato la gelataia.

venerdì 22 aprile 2016

The Gypsy's Wife




And where, where, where is my Gypsy wife tonight
I've heard all the wild reports, they can't be right
But whose head is this she's dancing with on the threshing floor
whose darkness deepens in her arms a little more
And where, where is my Gypsy wife tonight?
Where, where is my Gypsy wife tonight?

Ah the silver knives are flashing in the tired old cafe
A ghost climbs on the table in a bridal negligee
She says, "My body is the light, my body is the way"
I raise my arm against it all and I catch the bride's bouquet

And where, where is my Gypsy wife tonight?...

Too early for the rainbow, too early for the dove
These are the final days, this is the darkness, this is the flood
And there is no man or woman who can't be touched
But you who come between them will be judged

And where, where is my Gypsy wife tonight?...

giovedì 21 aprile 2016

Diritti umani

Pienamente d'accordo con quanto ha affermato Bjørn Ihler circa la sentenza di ieri del tribunale norvegese che ha riconosciuto la violazione dei diritti umani relativamente alla detenzione in stretto isolamento di 5 anni di Anders Breivik, il colpevole di Utøya:
«Il fatto che il tribunale abbia dato ragione a Breivik mostra che il nostro sistema giudiziario funziona e fa rispettare i diritti umani anche nelle condizioni più difficili»
Vorrei che gli stessi giudici avessero giudicato la violazione dei diritti umani fatta a Bolzaneto.

mercoledì 20 aprile 2016

Sensi di colpa



Un gommone sovraccarico di rifugiati siriani va alla deriva nel mare Egeo tra la Turchia e la Grecia, dopo che il suo motore si è rotto al largo dell'isola greca di Kos, 11 agosto 2015 (foto di Yannis Behrakis/Reuters).

Ieri è scomparso un grande fotografo italiano, Fulvio Roiter, le cui foto fin da bambino conoscevo molto bene perché era delle mie parti.

E sempre ieri sono stati assegnati i premi Pulitzer 2016 ad alcuni fotografi della Reuters, tra qui anche Behrakis la cui foto apre questo post.

I sensi di colpa invece sono miei perché la foto qui sopra mi piace un casino, nonostante sia legata a fatti tragici che definiscono il tempo in cui viviamo.

martedì 19 aprile 2016

Costituzione o regolamento condominiale?

L'articolo 70 prima della riforma di Renzi:
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.

L'articolo 70 dopo la riforma di Renzi:
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati.

lunedì 18 aprile 2016

domenica 17 aprile 2016

15 anni di votazioni



Adesso che ho finito gli spazi vuoti per i timbri, non potrò neanche ad ottobre votare per la riforma della Costituzione.

sabato 16 aprile 2016

Enrico IV




Le portate migliori di solito sono quelle iniziali. Invece ieri sera, come ultimo spettacolo del mio abbonamento teatrale, ho assistito ad un Enrico IV di Pirandello, interpretato da Franco Branciaroli, veramente superbo. Non so come ho fatto a vivere oltre ½ secolo e non aver mai visto questo gioiello di Pirandello. E Branciaroli alla fine era così preso dalla sua pazzia che anche durante gli applausi finali era ancora imbambolato dalla parte e sembrava più pazzo del pazzo/sano che ha interpretato.

domenica 10 aprile 2016

Cascate di glicini

Oggi ho goduto con gli occhi.
Nei miei tanti spostamenti mattutini ho visto tre campi tutti gialli di colza,
una aiuola (dentro una rotonda stradale) piena di papaveri rossi
e infine molte cascate di glicini.



sabato 9 aprile 2016

Estrattore



Per il genetliaco mi è stato regalato un estrattore di succo che è un marchingegno che trasforma le verdure qui sopra (sedano, finocchi, carote, mele e pere) nel succo qui sotto. Mi piace infinitamente questa magia. Adesso bevo verdure che quasi mai mangiavo. E mi piaccion anche un casino! E i succhi di frutta che mi faccio non hanno neanche un po' di zucchero aggiunto.

Insomma... proprio un ottimo regalo!



venerdì 8 aprile 2016

La democrazia senza morale

Nel marzo di trentasei anni fa Italo Calvino pubblicava su questo giornale un articolo intitolato Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti. Vale la pena di rileggerlo (o leggerlo) non solo per coglierne amaramente i tratti di attualità, ma per chiedersi quale significato possa essere attribuito oggi a parole come “onestà” e “corruzione”. Per cercar di rispondere a questa domanda, bisogna partire dall’articolo 54 della Costituzione, passare poi ad un detto di un giudice della Corte Suprema americana e ad un fulminante pensiero di Ennio Flaiano, per concludere registrando il fatale ritorno dell’accusa di moralismo a chi si ostina a ricordare che senza una forte moralità civile la stessa democrazia si perde.

Quell’articolo della Costituzione dovrebbe ormai essere letto ogni mattina negli uffici pubblici e all’inizio delle lezioni nelle scuole (e, perché no?, delle sedute parlamentari). Comincia stabilendo che "tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi". Ma non si ferma a questa affermazione, che potrebbe apparire ovvia. Continua con una prescrizione assai impegnativa: "i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore". Parola, quest'ultima, che rende immediatamente improponibile la linea difensiva adottata ormai da anni da un ceto politico che, per sfuggire alle proprie responsabilità, si rifugia nelle formule "non vi è nulla di penalmente rilevante", "non è stata violata alcuna norma amministrativa". Si cancella così la parte più significativa dell'articolo 54, che ha voluto imporre a chi svolge funzioni pubbliche non solo il rispetto della legalità, ma il più gravoso dovere di comportarsi con disciplina e onore.

Vi è dunque una categoria di cittadini che deve garantire alla società un "valore aggiunto", che si manifesta in comportamenti unicamente ispirati all'interesse generale. Non si chiede loro genericamente di essere virtuosi. Tocqueville aveva colto questo punto, mettendo in evidenza che l'onore rileva verso l'esterno, "n'agit qu'en vue du public", mentre "la virtù vive per se stessa e si accontenta della propria testimonianza".

Ma da anni si è allargata un'area dove i "servitori dello Stato" si trasformano in servitori di sé stessi, né onorati, né virtuosi. Si è pensato che questo modo d'essere della politica e dell'amministrazione fosse a costo zero. Si è irriso anzi a chi richiamava quell'articolo e, con qualche arroganza, si è sottolineato come quella fosse una norma senza sanzione. Una logica che ha portato a cancellare la responsabilità politica e a ridurre, fin quasi a farla scomparire, la responsabilità amministrativa. Al posto di disciplina e onore si è insediata l'impunità, e si ripresenta la concezione "di una classe politica che si sente intoccabile", come ha opportunamente detto Piero Ignazi. Sì che i rarissimi casi di dimissioni per violato onore vengono quasi presentati come atti eroici, o l'effetto di una sopraffazione, mentre sono semplicemente la doverosa certificazione di un comportamento illegittimo. Questa concezione non è rimasta all'interno della categoria dei cittadini con funzioni pubbliche, ma ha infettato tutta la società, con un diffusissimo "così fan tutti" che dà alla corruzione italiana un tratto che la distingue da quelli dei paesi con cui si fanno i più diretti confronti. Basta ricordare i parlamentari inglesi che si dimettono per minimi abusi nell'uso di fondi pubblici: i ministri tedeschi che lasciano l'incarico per aver copiato qualche pagina nella loro tesi di laurea: il Conseil constitutionnel francese che annulla l'elezione di Jack Lang per un piccolo sforamento nelle spese elettorali; il vice-presidente degli Stati Uniti Spiro Agnew si dimette per una evasione fiscale su contributi elettorali (mentre un ministro italiano ricorre al condono presentandolo come un lavacro di una conclamata evasione fiscale).

Sono casi noti, e altri potrebbero essere citati, che ci dicono che non siamo soltanto di fronte ad una ben più profonda etica civile, ma anche alla reazione di un establishment consapevole della necessità di eliminare tutte le situazioni che possono fargli perdere la legittimazione popolare. In Italia si è imboccata la strada opposta con la protervia di una classe politica che si costruiva una rete di protezione che, nelle sue illusioni, avrebbe dovuto tenerla al riparo da ogni sanzione. Illusione, appunto, perché è poi venuta la più pesante delle sanzioni, quella sociale, che si è massicciamente manifestata nella totale perdita di credibilità davanti ai cittadini, di cui oggi cogliamo gli effetti devastanti. Non si può impunemente cancellare quella che in Inghilterra è stata definita come la "constitutional morality".

In questo clima, ben peggiore di quello degli anni Ottanta, quale spazio rimane per quella "controsocietà degli onesti" alla quale speranzosamemte si affidava Italo Calvino? Qui vengono a proposito le parole di Louis Brandeis, giudice della Corte Suprema americana, che nel 1913 scriveva, con espressione divenuta proverbiale, che "la luce del sole è il miglior disinfettante". Una affermazione tanto più significativa perché Brandeis è considerato uno dei padri del concetto di privacy, che tuttavia vedeva anche come strumento grazie al quale le minoranze possono far circolare informazioni senza censure o indebite limitazioni (vale la pena di ricordare che fu il primo giudice ebreo della Corte). L'accesso alla conoscenza, e la trasparenza che ne risulta, non sono soltanto alla base dell'einaudiano "conoscere per deliberare", ma anche dell'ancor più attuale "conoscere per controllare", ovunque ritenuto essenziale come fonte di nuovi equilibri dei poteri, visto che la "democrazia di appropriazione" spinge verso una concentrazione dei poteri al vertice dello Stato in forme sottratte ai controlli tradizionali. Tema attualissimo in Italia, dove si sta cercando di approvare una legge proprio sull'accesso alle informazioni, per la quale tuttavia v'è da augurarsi che la ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione voglia rimuovere i troppi limiti ancora previsti. Non basta dire che limiti esistono anche in altri paesi, perché lì il contesto è completamente diverso da quello italiano, che ha bisogno di ben più massicce dosi di trasparenza proprio nella logica del riequilibrio dei poteri. E bisogna ricordare la cattiva esperienza della legge 241 del 1990 sull'accesso ai documenti amministrativi, dove tutte le amministrazioni, Banca d'Italia in testa, elevarono alte mura per ridurre i poteri dei cittadini. Un rischio che la nuova legge rischia di accrescere.

Ma davvero può bastare la trasparenza in un paese in cui ogni giorno le pagine dei giornali squadernano casi di corruzione a tutti livelli e in tutti i luoghi, con connessioni sempre più inquietanti con la stessa criminalità? Soccorre qui l'amara satira di Ennio Flaiano. "Scaltritosi nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo. Lo chiamate ladro, finge di non sentirvi. Gridate che è un ladro, vi prega di mostrargli le prove. E quando gliele mostrate: "Ah, dice, ma non sono in triplice copia!"". Non basta più l'evidenza di una corruzione onnipresente, che anzi rischia di alimentare la sfiducia e tradursi in un continuo e strisciante incentivo per chi a disciplina e onore neppure è capace di pensare.

I tempi incalzano, e tuttavia non vi sono segni di una convinta e comune reazione contro la corruzione all'italiana che ormai è un impasto di illegalità, impunità ostentata o costruita, conflitti d'interesse, evasione fiscale, collusioni d'ogni genere, cancellazione delle frontiere che dovrebbero impedire l'uso privato di ricorse pubbliche, insediarsi degli interessi privati negli stessi luoghi istituzionali (che non si sradica solo con volenterose norme sulle lobbies). Fatale, allora, scocca l'attacco alla magistratura e l'esecrazione dei moralisti, quasi che insistere sull'etica pubblica fosse un attacco alla politica e non la via per la sua rigenerazione. E, con una singolare contraddizione, si finisce poi con l'attingere i nuovi "salvatori della patria" proprio dalla magistratura, così ritenuta l'unico serbatoio di indipendenza. Il caso del giudice Cantone è eloquente, anche perché mette in evidenza due tra i più recenti vizi italiani. La personalizzazione del potere ed una politica che vuole sottrarsi alle proprie responsabilità trasferendo all'esterno questioni impegnative. Alzare la voce, allora, non può mai essere il surrogato di una politica della legalità che esige un mutamento radicale non nelle dichiarazioni, ma nei comportamenti.

(Stefano Rodotà, La Repubblica, 8 aprile 2016)

lunedì 4 aprile 2016

Buon vomito!

Buon vomito! è il più strano augurio di genetliaco che abbia mai ricevuto. Mi è stato poi spiegato che era tutto dovuto ad un correttore automatico (una di quelle app che girano sul telefonino e dovrebbero semplificarti la vita) mal configurato. Ma io per un po' ho sospettato che il benaugurante fosse invece andato a studiare queste istruzioni qua.

Bando alle ciance, grazie a Chiara, Anna, Lella, Daniela, Mario, Laura, Elena, Lidia, Brunella, Antonella, Patrizia e Antonio.

domenica 3 aprile 2016

Printemps




Dal mio terrazzo i prati verdi appaiono macchiati di larghe chiazze gialle.
Altri sono puntinati di bianco.
Un arbusto lilla mi fa apprezzare la varietà della ristretta banda dei 400-700 nm.

Aspetto con ansia la fine di aprile per l'arrivo dei miei rossi infestanti papaveri.
Ricordo le enormi macchie di sange che vedevo dal treno sui campi dell'Appennino
quando, studente universitario, in primavera, tornavo per i week-end a casa.